Tab Article
Pur in assenza di teatri pubblici - il primo fu eretto nella seconda metà del XVIII secolo - l'intrattenimento cólto fiorì a Sarzana come altrove utilizzando le sale residenziali del governante di turno e dei possidenti, possidenti che talora s'ingegnavano in prima persona nell'arte drammatica e musicale, come compositori e come interpreti. Quello popolare fu di più vaste proporzioni e forme, la più antica delle quali si può riconoscere nelle manifestazioni di esultanza organizzate a seguito di vittorie militari, di eventi anagrafici riguardanti cittadini illustri, del passaggio di regnanti, prelati o papi e di rivolgimenti istituzionali. Vi sono poi le feste nate nell'ambito della cristianità: il Carnevale e quelle patronali o comunque legate al culto religioso, feste talora associate a fiere richiamanti folle dai paesi circostanti, prima fra tutte quella in onore di una reliquia conservata a Sarzana e creduta sangue di Cristo. In questa mescolanza e contrapposizione di mondanità e pratiche religiose, di sacro e profano, di sfarzo e miseria, di spensieratezza e gravità, la necessità di intrattenimento si esplicò con intensità e risultati alterni nelle sale pubbliche e private, nelle chiese, nei teatri, nelle scuole e all'aperto. Il volume è il risultato di una ricerca ad ampio raggio che, spaziando dalla musica sacra e profana al teatro, alle fiere e alle feste, al ballo e al cinema, restituisce un affresco della vita culturale di Sarzana in oltre settecento anni di storia. Nella seconda parte, le pagine dedicate al teatro offrono una notevole mole di informazioni relative, in particolare, a quello degli Impavidi, tutt'oggi in attività.