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Era accaduto così, in una mattina d'agosto di una decina di anni prima. Arturo saltava di sasso in sasso alla ricerca dei granchi. Un po' in disparte un altro ragazzotto, di carnagione un po' pallida a dire il vero, scrutava, con un certo interesse e un velo di invidia il secchio ricolmo di granchi. Poi con fare deciso, messa da parte l'iniziale timidezza, lui figlio di nobili, si era fatto avanti. "Difficile prendere quei cosi? Mordono?" "Prova a metterci un dito e te ne accorgi", rispose l'altro con un leggero sorriso sulle labbra, quasi un ghigno. Francesco, così si chiamava, scosse le spalle e se ne andò deluso. Dopo quel primo incontro un po' così, i due ragazzi poco alla volta fecero amicizia. L'uno insegnava le tecniche di caccia all'altro che contribuiva con i gustosi panini, che rubava dal cestello della madre, assorta nelle sue interminabili partite di bridge, sotto l'ombrellone del bagno Stella. Gente ricca i Del Re. 11 anni avevano i due ragazzi e i loro destini, incrociatisi tra gli scogli di Marina di Carrara in quell'estate dei primi del 900, avrebbero segnato in modo indelebile la storia e il destino di altre migliaia di persone, che da lì a poco si sarebbe compiuto.