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Marco Rizzini si licenzia e parte con due amici verso Est a bordo di una Fiat Panda degli anni Ottanta. Percorre circa 12.000 chilometri fino all'Uzbekistan, e ritorna sfrecciando sulla Sovietska Ulitsa, l'highway 66 dell'Impero. Nel mezzo di sabbia, sudore, fatica e infinite code alle dogane, si ritaglia uno spazio dove riflettere sulla propria vita. Non a caso lo scrittore si trova lì anche per raggiungere la tomba del bisnonno polacco che si oppose all'occupazione russa, perseguitato nei gulag e sepolto a lato di una polverosa strada in Uzbekistan. A bordo della Panda, Rizzini attraversa Balcani, Turchia, Georgia, Azerbaigian, Kazakistan, Uzbekistan per poi ritornare attraverso la vastità della Russia, passando deserti e città sante. In questo infinito mutare di paesaggi e di volti osserva le diverse attitudini religiose, í nuovi frammenti di identità, scorge il passato nei volti delle persone e scopre, attraverso le nuove generazioni, il futuro che avanza.