Tab Article
Dopo la riscoperta avvenuta negli anni Settanta del XX secolo, del Cammino di Santiago, ci si rese conto che anche in Italia esisteva un simile percorso di pellegrinaggio, la Via Francigena, via maestra che partiva da Canterbury per arrivare a Roma e che, in epoca medievale, era utilizzata da migliaia di pellegrini alla ricerca della redenzione dai peccati. Com'era accaduto per il cammino spagnolo, anche il percorso della Francigena giaceva quasi interamente sotto l'asfalto delle autostrade e delle statali che, col tempo, avevano ricalcato il tracciato di quelle che già erano state le strade principali del Medioevo e dell'età romana. L'interesse per la Via Francigena ha fatto nascere una rete di appassionati camminatori che hanno cercato di recuperare il tracciato originario. Gli studenti dell'Università di Architettura IUAV di Venezia, coadiuvati dai docenti Virginio Bettini, Leonardo Marotta, Sara Sofia Tosi e altri esperti hanno verificato le condizioni ambientali, paesistiche, religiose, culturali e antropologiche di questo Cammino adoperando da una parte l'analisi orientata delle scienze tradizionali, interpretate sulla base di una nuova disciplina come l'ecologia del paesaggio; dall'altra l'approccio situazionista del flàneur. Ne esce un libro che racconta e illustra lo stato dell'arte del famoso tracciato di pellegrinaggio che attraversa otto regioni italiane, dal passo del Gran San Bernardo a Roma.