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«In poco più di due anni e mezzo (dalla primavera 1965 all'autunno 1967), il movimento hippie dei ragazzi dai lunghi capelli, jeans sdruciti, sorrisi e fiori in testa, riesce a distaccarsi dalla società circostante, a «darne le dimissioni», a esodare. Questo movimento prova a costruire tutta una simbologia intensa ed espressiva, con pratiche e linguaggi, cultura del corpo e delle relazioni sociali, alla ricerca non di obblighi ma di piaceri, non di responsabilità negative ma d'istinti positivi, non rigida organizzazione ma microcomunità di mutuo aiuto (self heIp communities). Come già i rockers, i mods, i rockabilly, anche gli hippie si trasformano in un'altra "tribù" e si organizzano come una seconda società alternativa alla prima: abitano, vestono, mangiano, lavorano, amano, fanno amicizia, viaggiano, fanno musica, informazione e cultura in modi assolutamente distintivi, propri.»