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Negli anni Settanta, migliaia di donne in Italia e in Europa sono scese in piazza per protestare accomunate dallo stesso gesto: con le mani congiunte, a formare il simbolo del sesso femminile, hanno rivendicato con forza e come mai prima di allora il diritto di vivere una sessualità libera e di riappropriarsi del loro corpo. Se la storia del femminismo si lega a una pluralità di prospettive, teorie e azioni fortemente eterogenee, il "gesto della vagina" ha rappresentato un simbolo nel quale i movimenti delle donne si sono per lo più riconosciuti, nato dal bisogno di dare visibilità e forma tangibile alla rimozione del genere femminile. Sul piano della sessualità, del lavoro e dell'immagine delle donne. A partire dalle molte fotografie di questo gesto, che hanno contribuito a formare l'iconografia e l'immaginario estetico del femminismo, il libro ripercorre in modo trasversale alcune esperienze di un movimento che si è configurato come la sfida più radicale alla cultura patriarcale delle società capitaliste. E che ha trovato espressione nell'azione e nella pratica politica, così come nei vari linguaggi artistici, dal cinema alla letteratura, dal teatro all'arte visiva e alle pratiche performative di Body Art. Attraverso il contributo di militanti femministe, sociologhe, antropologhe, filosofe, storiche dell'arte, fotografe e registe, appartenenti a generazioni diverse, il libro affronta la genesi e le implicazioni di quel gesto...