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Esiste un cielo notturno per i Fenici, per i Greci, per i Babilonesi. E lo stesso che scorgiamo ogni notte anche oggi nelle metropoli contemporanee o che osserviamo meglio quando siamo all'aperto. Eppure quella volta celeste non è mai la stessa: le costellazioni cambiano nome rimandando a epiche e mitologie diverse, i punti cardinali mutano e le congiunzioni tra le stelle variano. In realtà a cambiare non sono le stelle, la posizione del sole o della luna ma il modo di "descrivere" il cielo. Perché, quando a gruppi di stelle attribuiamo una figura (le costellazioni) ciò che facciamo è "scrivere sul cielo". Da queste diverse forme di osservazione del cielo, visibile a occhio nudo di notte, derivano vere e proprie "cosmogonie", narrazioni collettive che determinano una diversa relazione fra cielo e terra. Questo libro rappresenta un'introduzione alla "teoria del cielo", nel senso originario del termine, ovvero della contemplazione della volta celeste - archetipo della conoscenza intesa come azione che ordina arbitrariamente il mondo. È scritto per un lettore che sia anche l'osservatore di quel sublime spettacolo rappresentato dal cielo notturno, dalle costellazioni, dai pianeti, dalla Via Lattea. Per coloro cui piace orientarsi con il sole, la luna e le stelle. Ma anche per coloro che avrebbero voglia di farlo e non hanno mai osato.