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Qual è la relazione tra la mente e il mondo? In che modo conosciamo l'altro? Queste domande acquistano rinnovata attualità grazie al recente successo delle neuroscienze cognitive, le quali studiano prevalentemente il cervello quale supporto fisico di processi mentali apparentemente razionali e universali. Questo volume si propone di complicare tale idea di cognizione, combinando la critica cognitiva ad altri approcci (teoria del corpo, affect theory, disability studies) che valorizzano svariate forme di pensiero, riconoscendo il ruolo delle emozioni e dell'affect nel pensiero e prestando una crescente attenzione alle differenze individuali. Attraverso diversi testi letterari che ripercorrono svariati punti cronologici e culturali della tradizione angloamericana, la letteratura si presenta qui come un mezzo più immediato e meno asettico di un laboratorio per indagare la mente umana. I lavori di Herman Melville, Edith Wharton e Colson Whitehead ci invitano a riflettere su processi cognitivi che sono quasi irriconoscibili, lontani dalle forme note del pensiero astratto.