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Il saggio è un'eloquente prova della grande capacità di Giuseppe Rensi di ricostruire in modo rigoroso e di comunicare in forma piana e lineare argomenti complessi e delicati della storiografia filosofica. E di farlo non da "antiquario", disinteressatamente interessato alla pura e semplice ricostruzione di un momento della storia intellettuale del passato, ma da storico "militante", in grado di utilizzare il passato in funzione del presente, per meglio illuminarlo e renderlo fattore di orientamento nelle difficoltà dell'oggi. Il "dramma" di Platone, teorico di una politica "di centro", tra gli estremi dell'assolutismo tirannico e del demagogico e volubile regime democratico, è il "dramma" di Rensi, stretto a sua volta tra il fascismo, diventato sempre più apertamente regime assolutistico dopo il delitto Matteotti, e il socialismo, trasformatosi da democratico in rivoluzionario e leninista dopo la Rivoluzione di Ottobre.