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Il volume si propone di illustrare un approfondito lavoro di ricerca, elaborato dall'autore nel corso di un quarto di secolo, riguardante uno degli edifici maggiormente emblematici della produzione architettonica europea settecentesca: l'Albergo dei poveri di Napoli progettato, tra il 1749 ed il 1759, dall'architetto fiorentino Ferdinando Fuga. Ideato per ospitare i circa ottomila indigenti che, attorno alla metà del diciottesimo secolo, vagabondavano per le vie del Regno, tale progetto, non essendo stato realizzato compiutamente, ha lasciato in eredità, nell'area orientale di Napoli, un'enorme architettura interrotta definita solo da tre corti compresa quella centrale che conserva le strutture basamentali incompiute della ex-chiesa. Una architettura dalla forma incompleta che, sia a causa di un prolungato abbandono e sia in conseguenza dei danni riportati a seguito del terremoto del millenovecentottanta, si presenta come un'inquietante rudere semi abbandonato a cui sembra precluso qualsiasi programma di riconfigurazione estetica, formale e funzionale.