Tab Article
Che cosa restava, infine, dell'esperienza rivoluzionaria e di tanti lutti? Il bilancio appariva, malgrado tutto, ottimistico e positivo. La persecuzione non aveva fatto che rianimare il patriottismo, sviluppare ulteriormente i talenti, rendere ancora più accesa la lotta in difesa dei diritti dell'uomo [...]. Persecuzioni e proscrizioni non erano riuscite ad "avvilire l'energico carattere de' Napoletani". La storia, più che la natura, poteva qui spiegare la formazione del carattere dei napoletani e degli italiani in genere. Erano state invasioni esterne e guerre intestine a spingere "il povero napoletano" verso una "forzata indolenza", a "opporre i talenti alla forza", a cercare di "addormentare" e a intrigare piuttosto che provocare e combattere: "Nato egli buono per natura, sensibile, umano, si vede che i suoi vizj sono piuttosto l'effetto delle crisi politiche, che del suo carattere. Era vizio del governo ciò che si è creduto finora carattere della nazione napolitana, e non si deve imputare a lei la falsa politica de' suoi Re".