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"Sotto gli archi del «Ponte Vecchio» abbiamo accolto questo libro come un dono, per la struggente bellezza delle sue pagine, per una ininterrotta celebrazione del ricordo, che nemmeno per un poco si abbandona alla retorica del buon tempo andato, bensì riporta sulla pagina le intatte purezze della memoria e di esse si alimenta nella consapevolezza del loro intatto valore, cui non sono necessari gli orpelli della letterarietà. Sergio sa bene come le nostre origini - e per lui i luoghi e gli eventi, le donne e gli uomini della nativa Savignano di Rigo, nella Romagna aerea dell'Appennino - segnino per sempre quel che per sempre saremo, sa bene come ognuno di noi sia soprattutto la sua propria memoria, in primo luogo quella del tempo incantato e sognante dell'infanzia. In ciò la forza del ricordo, la sua tirannia e il suo valore. In questo orizzonte, un poeta ricco di una lucida consapevolezza di quel che sia la poesia distende per noi una tenera, incantata spoon river romagnola, insieme tragica e dolcissima, nata dalla saggezza di chi ha piena cognizione di come la gioia e il dolore se ne vadano insieme in questo viaggio al quale per avventura abbiamo dato il nome di vita." (Roberto Casalini)