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Attraverso una documentazione d'archivio rimasta sinora inesplorata, integrata dall'attenta ricognizione delle fonti edite, sono ricostruite in questo libro le vicende storiche, politico-diplomatiche ed ecclesiastiche che hanno preparato e scandito i cinque passaggi a Firenze e in Toscana di papa Pio VII, verificatisi tra il 1804 e il 1815. La presenza del pontefice a Firenze nel momento in cui la città è capitale del borbonico regno d'Etruria, poi del granducato di Elisa Baciocchi e infine del restaurato dominio Lorenese, è narrata con particolare attenzione al protocollo diplomatico e al cerimoniale di corte che hanno sovrinteso e organizzato l'accoglienza di papa Chiaramonti e del suo numeroso seguito. Ampie ragioni di politica internazionale, e sottili valutazioni di ambito ecclesiale determinano la diversa tipologia dei cinque viaggi del pontefice a Firenze: a partire dai primi due del biennio 1804-1805, attentamente pianificati e scaturiti dall'andata e ritorno del pontefice a Parigi per l'incoronazione imperiale di Napoleone, passando per l'avventurosa e brevissima presenza di Pio VII, ormai prigioniero dell'imperatore, alla Certosa fiorentina nel 1809, sino agli ultimi due passaggi negli stati toscani del 1815, resi necessari dalla fuga di Napoleone dall'Elba e dall'occupazione di Roma da parte di Gioacchino Murat, prima della definitiva restaurazione di Pio VII nei suoi domini. Spicca, sul tumulto e la storica complessità degli eventi, l'aura ora energica e intransigente, ora dolce e mansueta di Pio VII Chiaramonti, "papa delle rivoluzioni e dei tempi nuovi" (P. Boutry).