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Ha un cuore il tempo? E se ce l'ha, dove pulsa e riposa? Come annota nella sua nota introduttiva, Elli se lo va chiedendo contrapponendo il tempo dell'inutile, che porta la società odierna verso la demenza digitale e una terribile solitudine tecnologica, e il tempo dell'utile del mondo del passato, vita autentica, in parte ancora legata allo scorrere delle stagioni della civiltà contadina, nutrita di dolori e piaceri, di ricordi e nostalgie, di amore e morte. E della lingua dei padri, che la scrittrice recupera come un bene prezioso, testimonianza di noi e del passato, ci propone dieci racconti di vita e di umanità. In essi, ciascun personaggio, percorsa ormai gran parte del cammino della vita, vive il momento dell'attesa e del dolore con tutta la fragilità dell'essere umano, per se stesso e solo, di fronte all'ultima tappa esistenziale della vecchiaia. Eppure, ciascuno di loro, è dignitosamente protagonista: perché con lucidità, ironia e consapevolezza è presente all'appello dei problemi del proprio tempo e risponde alle inquietudini delle tante, troppe, incertezze di un futuro prossimo a venire.