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Il romanzo dai ricordi e dalle considerazioni di Uberto Malatesta, figlio di quel Paolo trucidato con l'amante Francesca, entrambi citati tra gli adulteri dalla penna dantesca e già da allora illeggiadriti pietosamente nella colpa e celebrati da una lunghissima tradizione letteraria. La tecnica narrativa si avvale di resoconti d'arme e di scaramucce amorose, di schieramenti di fazioni e di avvicendamenti politici, mediante anticipazioni e flashback che movimentano il racconto in maniera quasi cinematografica, degna di una saga di amore e di sangue, consona ai racconti delle canzoni di gesta. Il linguaggio rimodellato sovente sugli stilemi antichi e sorretto frequentemente da osservazioni minuziose, rivela un'analisi psicologica svolta con tecniche di concezione moderna, offerta in veste stilisticamente consona. Dalle vicende individuali alla notazione storiografica documentata, appare un quadro sinottico di una Cesena alla fine del '200, che in parte credevamo di conoscere, ma non certo sotto un così efficace aspetto di attualità: un quasi «io c'ero» che trasporta il lettore in un universo di inconsueto fascino. Dalla presentazione di Mario Mercuriali.