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Negli anni '60 e '70 del Novecento la classe dirigente e le istituzioni del circondario riminese sperimentano per la prima volta la pianificazione territoriale, che significa superare i confini orgogliosamente presidiati del proprio comune, predisporre il PIC-Piano intercomunale riminese. La differenza più significativa del piano regolatore intercomunale rispetto al piano regolatore comunale è lo spostamento del centro di interesse dal territorio urbanizzato al territorio non urbanizzato, dalla città costruita al territorio agricolo e di valore paesaggistico e naturale: ne consegue che la priorità non è ampliare la città ma proteggere per quanto possibile il suolo fertile, risorsa rara, preziosa e non rinnovabile. Come in altre occasioni anche in questa vicenda il promotore è Walter Ceccaroni. La vicenda non finisce bene, anzi, questa volta non finisce proprio: il piano intercomunale riminese formalmente scompare senza essere stato adottato. I materiali e le idee del piano tuttavia non scompaiono, anzi rivivono nella storia della pianificazione territoriale riminese dei decenni successivi.