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"... si guardavano le vetrine nel girotondo della piazza, le vetrine dell'ultima moda e, per finire il pomeriggio, due chiacchiere sulle panchine di marmo proprio accanto alla statua di Aurelio Saffi in compagnia degli escrementi dei piccioni, mentre i piccioni giocavano con i bambini e mangiavano il loro pane nelle loro piccole dita e qualcuno cantava Romagna mia». Così leggiamo, quasi in apertura del libro, l'incipit di una storia che pare muoversi tra memorialistica e romanzo, tra immaginazione e verità, dolorosa nelle sue vicende, serena e persino ironica nelle pagine delle scoperte e delle fughe, felice nella sua conclusione: un romanzo di formazione nella Forlì dell'ultimo ventennio del Novecento, la storia di una giovane donna che, perduta nel bosco della vita, cerca la via della conoscenza di sé e dunque del riscatto. Scrive l'autrice: «Maggie è scesa dentro ad un pozzo e un rospo le corrode la vita, ma Laura non è l'indifferente, non è l'insegnante indifferent e, è lì, e riesce a prenderla per mano, riesce a farla respirare ed espirare... e camminare con le valigie pesanti." (R. C.)