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Scrive l'autore: "Ebbene sì, in questo libro si parla "anche" di sesso. Perché questa precisazione? Perché quasi tutta la narrativa italiana e straniera, anche la migliore, non tratta quasi più l'argomento. [...] gli scrittori, quando si trovano con due persone che stanno per far l'amore, se la cavano in genere così: "Lei lo prese per mano e lo condusse nella camera da letto. Fu una notte indimenticabile. Il mattino dopo erano ambedue stremati". Punto e basta. "Ma perché? " il lettore può chiedersi. Avevano sofferto d'insonnia? Avevano discusso di politica? Avevano giocato a carte tutta la notte? Si erano scolati un paio di bottiglie di whisky? Mistero. Ecco, io avrei cercato di dipanarlo, questo mistero". Nel romanzo, naturalmente, c'è ben altro, e in primo luogo una vena ininterrotta di divertita ironia, che rende brillanti le pagine e alacre il passo narrativo: Donati vi esprime un'arguta e pensosa capacità di raccontare, che nella coloritura del sorriso convoca sulla scena le dolcezze e i tremori, i sentimenti e le attese dei suoi personaggi, e insomma la vita, preziosa e intensa nella pentapoli dei sensi.