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Flavio Caroli ha scritto che l'epoca di Melozzo "è tutto uno sferragliare di squadre, compassi e piramidi prospettiche. Rappresentare vuol dire misurare... La ragione geometrica esplora ogni possibile sottigliezza o acrobazia ottica per far sì che l'ordine del mondo corrisponda a quello della pupilla governata dalla mente umana... Ordina e misura sublimemente Piero della Francesca pur trascinato in cieli azzurrissimi come pomeriggi di maggio o come la luce stessa della ragione. Ordina e misura la classicità arcigna e scagliata Andrea Mantegna anima spinosa della modernità...". A Melozzo "spetta il ruolo di "anello mancante", il punto di sutura fra i due ceppi del Rinascimento: Piero della Francesca e Mantegna, fra il lucore preraffaellesco e premichelangiolesco della Toscana e le ferite e le pustole di ciò che verrà dal Nord...". Del grande artista forlivese, Maria Pia Fabbri ci dà un rapido e intenso profilo, sorretto dall'esame dei massimi capolavori di questo maestro del Rinascimento italiano: una guida per comprendere il fascino del Pictor papalis e la "musicalità" delle sue opere.