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La poesia di Luigi Recami è scontro, scontro fra gli allettamenti di una realtà calda e intrigante e le urgenze interiori che non si accontentano e chiedono risposta alle domande supreme. Al poeta che si slancia con tutto il suo afflato in "Ninetta, scendi dal tuo tempio segreto... e invadimi con il fiotto inebriante della tua sconfinata femminilità", inno al tentacolare e seducente richiamo dei sensi, si contrappone il mistico di "E tu beli come il capro di un lontano, pallido gregge di emozioni indecenti", lamento struggente di un'anima che in questo "teatro dell'illusione" non trova soddisfazione. Soluzioni a questo eterno conflitto qui non si trovano. Al lettore la scelta di cullarsi nel primato dei sentimenti e nel fascino dell'eros, o immergersi in una lancinante ma incomparabile ascesi di evoluzione interiore.