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Un percorso "nello scavo/del sommerso" per definire un segmento di maturazione interiore, per fotografare e mettere in luce gli attimi più significativi della vita "ch'è una e non ritorna" se non alla moviola, per analizzare e ricordare a se stessi l'essenza dell'immanente e svolgere, tramite la poesia, una matassa apparentemente indistricabile di emozioni, che - altrimenti rimanendo prigioniere dell'intimo e quindi inespresse, porterebbero a patire un senso di impotenza, l'essere "come cenere all'aria". La poesia, benché filtro del pensiero tale da alterare già di per sé la struttura dello stesso e da rendere comunque mediato al lettore qualsiasi concetto, è quindi strumento imprescindibile e accessorio inseparabile di quelle "notti di incanto", quando "Il sonno sembra quasi/offendere" un nuovo germoglio di sensazione e scrivere diventa l'unico rimedio per non offuscare il rinnovato bisogno di raccoglierne i frutti, portandoli, appunto, a maturazione.