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La definizione tradizionale dello sguardo come "specchio dell'anima" è stata oggetto di osservazioni scientifiche sperimentali nel contesto di una più ampia teoria psicofisiologica. Più recentemente abbiamo definito lo sguardo come "il primo processo cognitivo ed emozionale" in quanto pre-organizza lo stile intellettuale ed emozionale con cui il soggetto si pone in relazione con l'ambiente. L'interesse psicofisiologico allo studio dello sguardo si fonda sull'analisi fenomenologica delle componenti anatomo-fisiologiche che lo caratterizzano, costituite dall'interazione della motilità oculare e della muscolatura mimico-espressiva del distretto fronto-oculare, che si collegano direttamente all'altro processo fondamentale della percezione costituito dall'attenzione e dai suoi differenti livelli. L'orientamento dello sguardo, insieme alla "messa a fuoco" dell'oggetto osservato, che sul piano mimico espressivo coinvolge anche gli atteggiamenti della muscolatura del distretto fronto-oculare (muscolo frontale, palpebre, etc.), costituisce un pattern che può indicare le diverse forme di attenzione. Su quale oggetto si poggia lo sguardo? Con quale concentrazione attentiva?