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"Eccomi all'inizio di un accompagnamento che durerà un tempo che non sono in grado di prevedere. Il paziente è con me. Io con lui. Uniti da un progetto non del tutto definito e che non potrebbe essere altro che così, secondo un accordo i cui presupposti sono chiari ma coprono un percorso che non lo è affatto. Destinati ad avanzare verso l'obiettivo, barlume nella notte di un paesaggio incerto. Insieme, in una relazione unica e originale, senza la quale niente si svolgerebbe come di fatto si svolgerà. "Raccontando la cura di Monica, Nicole Fabre si focalizza sullo spazio dato all'immaginario nelle sedute di Rêve-Eveillé. Mostra come si costruisce, all'ascolto dei Rêves della paziente, la risposta controtransferale che attinge alla fonte dell'immaginario dell'analista. E ci si domanda, come quando termina un racconto iniziatico, chi dei due ha condotto l'altro fino alla soglia del misterioso quando alla fine la paziente riesce a comprendere e a comprendersi.