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Il lettore che entri nel mondo di "Donne e dee" si troverà di fronte molti possibili percorsi. Questo è un libro sulle donne, sulla relazione tra uomo e donna, sulla passione amorosa, sulla psicopatologia della vita amorosa. Questo è un libro sul mito. Se la via d'ingresso da cui muove l'autore è quel vertice clinico che gli è proprio e che possiamo iscrivere all'ambito della fenomenologia... si deve anche riconoscere che l'orizzonte che si apre non è riservato solo agli specialisti. La galleria di ritratti della femminilità rappresentata può essere utile e utilizzata dai clinici nella individuazione di strutture relazionali tipiche. Si tratta di una clinica che si occupa dell'uomo impegnato nella ricerca di senso e proprio per questo parla a chiunque sia interessato al senso della vita. Tuttavia, proprio per questo, il libro prende posizione ferma contro una minaccia che grava in modo preoccupante sulla clinica psicopatologica. È particolarmente confortante incontrare una clinica che non categorizza ma accompagna la ricerca del senso. Le figure delle dee che l'autore ci fa incontrare non sono stilemi rigidi ma costellazioni ricche e complesse che sollecitano la ricerca.