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"Per Florio Monti, il motore ha rappresentato un desiderio di velocità, di poter correre verso il limite delle possibilità umane, riuscire a misurarsi prima che con gli altri con se stesso. Curva dopo curva, tornante dopo tornante. Fino al traguardo.L'odore dell'olio consumato, del grasso, l'ossidazione del metallo mischiato al sudore di stanze ingombre di pezzi di ricambio e rottami, contornate da cupe pile di pneumatici. Banchi da lavoro che sembravano portaerei, ingombre di pezzi, cacciaviti e vari altri strumenti di pronto utilizzo.Uscire dal garage con un mezzo fiammante, pronto a mangiare l'asfalto, fino all'arrivo. (...)" (Dall'Introduzione di Massimo Novi)