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Pablo Requena, medico e teologo, sacerdote e professore di Bioetica presso la Pontificia Università della Santa Croce (Roma), intraprende in questo libro un'impresa che era in attesa di essere realizzata: offrire una visione completa sugli aspetti etici della limitazione dello sforzo terapeutico. Il titolo dell'opera parla da sé: Dottore, non faccia tutto il possibile! Fin dalla creazione delle Unità di terapia intensiva (UTI) l'appello che i pazienti, ma soprattutto i loro familiari, rivolgevano ai medici di fronte a una situazione critica era proprio l'opposto: «Dottore, faccia tutto il possibile!». Il medico, dotato dalla tecnologia di un sempre crescente potere sulla vita delle persone, appariva come una sorta di taumaturgo capace di operare prodigi e persino miracoli. L'entusiasmo per questo modo di fare Medicina ha presto, però, ceduto il passo alla perplessità: l'unico risultato di molte tra le misure che si adottavano era quello di prolungare dolorosamente la vita dei pazienti e, a volte, di aumentarne le sofferenze. Professionisti di Medicina e di Bioetica si affrettarono allora ad indagare le radici del problema e ad offrire corsi d'azione più adeguati. Come spiega bene il Prof. Requena, le categorie etiche a cui si è fatto riferimento per chiarire questo confuso stato di cose sono state l'autonomia e la qualità della vita del paziente. Riconoscendone l'utilità, l'Autore del libro evidenzia anche i limiti di questi concetti e la necessità di interpretarli secondo la buona prassi medica. Il libro si basa su un'accurata analisi concettuale, che serve non solo a presentare con maggiore chiarezza e precisione il complesso processo in cui consiste la LET, ma anche a proporre un modo di procedere che ci aiuti a prendere la decisione giusta nel caso concreto. Si ritiene che la LET possa essere intesa in senso stretto (quando una determinata misura è inutile per il paziente) o in senso lato (quando il trattamento in questione, sebbene possa essere di una certa utilità, è percepito dal paziente come eccessivamente oneroso e lo stesso sceglie di rifiutarlo). Si ritiene che, nel decidere se limitare o meno un determinato trattamento, si debba distinguere tra una fase di deliberazione clinica e una fase di deliberazione propriamente morale (pur evidenziando la relazione esistente tra le due). E che nel processo di deliberazione morale è essenziale avere il parere del paziente (o dei suoi familiari) e mettere in campo le virtù del professionista sanitario, in particolare la prudenza. Poiché ognuno degli interventi e dei mezzi tecnologici su cui si basa la LET ad un certo punto pone problemi etici specifici, Requena si occupa di ciascuno di essi: la rianimazione cardio-respiratoria, il supporto ventilatorio, l'emodialisi, la chemioterapia e l'idro-nutrizione artificiale. Giustamente include anche l'ingresso in UTI, perché a questa decisione conseguiranno un insieme di misure che saranno adottate o Requena conclude il libro appellandosi alla virtù morale del medico e alla comunicazione con il paziente (e, se del caso, con i familiari) per giungere a una decisione in modo condiviso. Per raggiungere questo obiettivo è necessario, da un lato, che i desideri e i valori del paziente guidino l'azione sanitaria dei professionisti e, dall'altro, che le informazioni sulle condizioni cliniche del paziente, i possibili interventi e gli effetti di ciascuno di essi, siano messe a sua disposizione affinché possa decidere se limitare o meno un determinato trattamento. Questo processo richiede tempo: attendere l'ultimo momento per decidere, insiste Requena, rende molto difficile fare le cose per bene. Il libro, oltre ad essere rigoroso nell'analisi concettuale, è esaustivo nel trattare i riferimenti scientifici più rilevanti sull'argomento. Gestisce con la stessa scioltezza e precisione sia gli aspetti clinici che quelli etici coinvolti nella LET.