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Napoli, 1950. Una voce corre di bocca in bocca, si aggira per i vicoli della città vecchia, si insinua tra i palazzi dei quartieri alti: un piccirillo, erede di un passato drammatico e di una immensa fortuna, sarebbe stato nascosto in città, mescolato tra i tanti bambini dei quartieri poveri. Tutti lo cercano: approfittatori, delinquenti comuni, mafiosi, agenti americani e tedeschi, poliziotti e commissari. Sarà vera quella voce? E perché tutti si interessano a un bimbo di pochi anni dagli occhi azzurri e dai capelli biondi? Da Napoli a Venezia, da Tel Aviv a Roma, da Monaco di Baviera a Montecarlo, individui ambigui e loschi figuri si muovono in un susseguirsi di intrighi e colpi di scena, in un avvicendarsi di "quadri" alla maniera teatrale che ammicca alle migliori parodie della commedia napoletana. Una teoria di personaggi ben caratterizzati in un intreccio di vicende fondate sull'equivoco e sull'ambiguità, sull'inganno e sulla recita della propria parte, non soltanto sul palcoscenico teatrale, ma anche nel teatro della vita.