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"...io sono, come molti ormai, un tassidermista. Lavoro con ciò che è morto e cerco con ogni mio sforzo di regalargli una parvenza di vita; le mie bestie preferite sono le forme d'espressione, che, come si può facilmente constatare, dando uno sguardo d'insieme al nostro secolo, variano da un giorno all'altro, ché nei tempi nostri manco gli autori trovano l'occasione di respirare un poco, figuriamoci il loro pensiero! Scelsi di cimentarmi in una grande impresa, scelsi l'effigie più alta della nostra forma mentis, scelsi la poesia. Oggi una dichiarazione del genere potrebbe essere collocata tra le facezie più esilaranti, con cui far colpo su nuovi amici o magari su una ragazza dall'aspetto seducente; ebbene ve lo dico con estrema sincerità: in questo mio scritto sono serissimo. Attualmente la poesia è scomparsa dal palcoscenico letterario e con essa una parte del nostro essere, del nostro paese e della nostra identità nazionale [...] Fummo la culla della poesia e vi pare il caso di seppellire il passato? Propongo dunque una rinascita, sento il bisogno di imbalsamare quel poco che resta dello spirito dei grandi poeti e di riversarlo nella mia opera, rivisitandolo secondo le mie capacità."