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Dopo la pubblicazione di "Il sugo della domenica" e de "La pescheria" Achille Caropreso torna a raccontarci della amata/odiata e poi di nuovo amata San Benedetto, associandone stavolta l'immagine ad un altro odore, l'odore del mare, l'unico che, al di là dei mille cambiamenti prodotti dal tempo, sente ancora autentico e che sì, almeno lui, è sempre lo stesso. Il nuovo lavoro raccoglie e integra i due precedenti e mentre ne conserva tutti i tratti, a volte schiettamente lirici, che li caratterizzavano, ci offre nuovi tasselli di vita urbana ed ulteriori spunti di lettura. Lo sguardo che va a ritroso e richiama in vita luoghi, persone, episodi di vita quotidiana di un paese che non c'è più, travolto e stravolto dall'urto della modernità che non è stato possibile fermare, è sempre lo sguardo del bambino, poi adolescente e infine quasi adulto, che in questo humus semplice e colorito viveva, affrontava la sua faticosa iniziazione e, dotato di uno straordinario senso dell'osservazione e di precoce sensibilità, ne tratteneva nella coscienza ogni frammento. Punti fermi a cui ancorarsi, a cui l'uomo che oggi scrive ancòra si ancora.