Tab Article
Monumenti antichi come Pompei, non sono solo tracce spettacolari di un mondo scomparso, ma le reliquie preziose della memoria storica delle civiltà occidentali e quelle loro immagini che la visita consente di registrare non sono casuali né soggettive, se non apparentemente. Esse sono le soste di quei percorsi attraverso i monumenti che il visitatore compie, fermandosi laddove i resti di un tempio o di una domus si offrono a lui in un reciproco riconoscimento, sicché il punto di vista da cui si osserva ciò che resta e parla dell'antico non è casuale né soggettivo, ma risponde a quel luogo che più è deputato per un pieno ritrovamento dell'identità culturale, a tal punto che quel punto di vista diviene meta degli itinerari turistici, ripetuti nelle guide e dalle guide e fissati, quasi come archetipi, prima dalla tradizione pittorica, poi da quella fotografica. Ma poiché la fotografia è traccia visibile di ciò che è stato, che così torna a suscitare emozioni, nostalgie e ricordi nell'osservatore (per dirla con Roland Barthes, è uno spectrum) , essa riporta alla luce il passato con tutte le sue vicende e la sua storia, proprio come fa la ricerca archeologica e quella storica.