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Una riflessione sul tema delle 'immagini vive' non può prescindere da quanto Jean-Pierre Vernant scrisse a proposito del kolossós : sulle sue pagine, ancora oggi davvero illuminanti, riteniamo opportuno attirare l'attenzione dei lettori del primo tomo di questo fascicolo di Horti Hesperidum, dedicato all'esame di testimonianze risalenti al monto antico, in particolare greco-romano. Il termine kolossós, di origine preellenica, esprimeva inizialmente l'idea di qualcosa di eretto' che avesse funzione di segnacolo sepolcrale, prima ancora che di vera e propria statua, per passare ben presto a indicare effigi di proporzioni gigantesche, 'colossali' appunto, secondo l'accezione odierna. La stretta attinenza del kolossós al contesto funerario, come ha bene evidenziato Hans Belting a proposito dei teschi di Gerico risalenti al 7000 a.C. circa, rivestiti di calcare e dipinti come volti di statue o maschere, si esplica nella sua funzione di sostituto della persona viva...