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"Non so proprio disegnare, sono uno dei pochi artisti che se fa un disegno su un pezzo di carta, quest'ultimo vale meno". È da questa premessa che Steve Martin è dovuto partire per coronare un suo sogno: affrontare quella che lui stesso definisce "l'ultima frontiera della comicità", ovvero il fumetto. Per tramite del magazine The New Yorker, del quale è stato a lungo una delle penne più divertenti, si mette così in contatto con l'iconico vignettista della rivista, Harry Bliss, che così elogia nella prefazione: "si è rivelato il partner ideale: raramente ci parliamo e viviamo in stati diversi". Martin e Bliss per 6 mesi si dedicano a una gara di umorismo tra "pro" (sempre parole di Martin), che genera oltre 200 tavole e vignette, poi diventate il libro edito per l'Italia da Sagoma Editore (chi altri?!)."L'opulenza del piccione" è un vero condensato del folle umorismo dei suoi autori, ma varia enormemente, di vignetta in vignetta e di striscia in striscia, nello stile e nel tono: tra animali parlanti e alieni annoiati, si va dall'assurdo spinto alla futile stravaganza, fino ai contributi più meta-filosofici sul processo creativo e sulla natura elusiva e soggettiva della comicità.