Tab Article
Nel suo libro, "Il lettore, il narrare", pubblicato per la prima volta in tedesco nel 1982, e ora riproposto in italiano con l'aggiunta di alcuni inediti recentissimi, Peter Bichsel si sofferma, sempre narrando, su una dimensione ironica e malinconica, quasi domestica della lettura e della scrittura. Sottopone al lettore un frammento del suo perpetuo inventario di storie e s'interroga: cosa resta e cosa va irrimediabilmente perso nel quotidiano rimpasto dell'abitudine? È proprio il narrare infatti (perché è il narrare stesso e non il contenuto a trasformare una storia in letteratura), che permette a Bichsel di vincere l'imbarazzo esistenziale che riguarda non solo la letteratura, ma la vita stessa, è il narrare che lo fa entrare in contatto con il mondo. Perciò anche, "Il lettore, il narrare", le Lezioni di Francoforte di Peter Bichsel, non è un testo teorico ma scava nella letteratura un solco di senso tanto più profondo quanto più il ricordo che le accende è vivo nella mente di chi parla. C'è, all'inizio, una sorta di disagio, di impaccio che segna subito una zona di confidenza con il lettore e che lo attira nel cerchio magico del narrare spingendolo poi da una storia all'altra, perdendo e recuperando il filo del discorso con quel ritmo sconnesso che continua a essere il grande fascino di questo erede irregolare della tradizione elvetica.