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Il primo 'saggio disegnato' di storia della cultura, dall'antichità ai nostri giorni, dalle fonti alla fanta, che bevevamo al cine guardando i peplum americani e i sandaloni italiani. Tutto, infatti, inizia in un cinema, dove Giuseppe Palumbo e Luciano Curreri guardano il film "Spartaco", di Kubrick, e, alla famosa scena del corale "Io sono Spartaco", iniziano a sognare la storia e a pensare alla nostra attualità. Dov'è finito Spartaco, si chiedono. Dov'è finita la rivolta? E allora Curreri si fionda in biblioteca, in archivio, e Palumbo si mette alla alla china. Scoprono che Scipione, il grande generale che sconfisse Cartagine, e Spartaco, l'oscuro leader della rivolta degli schiavi, sono all'origine di due miti che trascendono di gran lunga le scarse informazioni di cui disponiamo su di loro; due miti che la modernità ha accolto, elaborato e digerito, opponendoli di frequente l'uno all'altro. Tutto raccontato e disegnato, fino al 2011; quel 2011 che a noi suona come un'odissea nello spazio della nostra storia, come un'unità di duci e schiavi.