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La donna è riguardata da Agostino in un'ottica cristiana e, di conseguenza, nella prospettiva escatologica per cui ogni credente è chiamato a ricongiungersi al suo Creatore. Nel cammino di graduale perfezionamento che ne scaturisce esistono diverse vie che si possono scegliere, le quali corrispondono ad altrettanti gradi di elevazione spirituale. Per questo il santo vescovo attribuisce una posizione di preminenza alla vita consacrata, che però non significa rifiuto o condanna del matrimonio, ma riconoscimento dell'esistenza di una modalità più alta e più sicura per essere in comunione con Dio. Del resto, ogni scelta di vita, purché sia conforme all'ordine del creato, è buona, ma ciascuna lo è in misura maggiore o minore rispetto alle altre. Quindi, i modelli che si possono adottare sono ben lungi dal contrapporsi o dall'escludersi a vicenda. In questo contesto, secondo Agostino, si iscrive il rapporto tra matrimonio e vita consacrata e attenervisi equivale a innalzare a Dio un inno di ringraziamento e di lode.