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Nel quadro nazionale, e in parte europeo, delle ricerche in materia esoterica e letteraria, emerge la figura di Enrico Cardile, originario della Sicilia orientale, dove visse tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento. Un personaggio di straordinaria vivacità intellettuale, fu rigoroso funzionario, poeta, scrittore, critico, giornalista, cultore di cabala e di alchimia. Nell'ambito letterario Cardile occupa un posto considerevole nella storia del simbolismo italiano e nel dominio delle avanguardie primonovecentesche di stampo internazionale. Amico di Gian Piero Lucini e del poeta armeno Hrad Nazariantz, il suo nome si distinse anche tra le file futuriste. Sul versante esoterico, gli si riconosce la notevole militanza libero-muratoria e gli approfonditi studi misteriosofici. Questo testo, oltre che a restituirlo alla memoria collettiva della sua terra e al pregevole circuito del mondo accademico, cerca di dar voce al melieu storiografico che avvinse la sua anima di apprendista poeta e mago.