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La pubblicazione è diretta prima di tutto ai "profani", ossia a quanti, non essendo massoni, desiderano comunque apprendere dalla viva voce di un Libero Muratore quale sia la ragion d'essere e lo scopo della Massoneria. Il testo intende anche fornire una valida documentazione storica sulle istituzioni massoniche e si sofferma su alcune importanti problematiche, particolarmente vive nel periodo in cui il testo fu pubblicato, come il falso contrasto fra il grande progresso scientifico e quello spirituale e l'apparente contraddizione tra il «libero pensiero», che l'Autore giudica sintesi di tutto il «sincretismo» filosofico della Massoneria, e "le grandi intuizioni espresse con il linguaggio del simbolo, qualche volta ermetico, dalle grandi scuole o società segrete del passato, delle quali la Massoneria si ritiene, a buon diritto, unica erede legittima". Infine l'Autore cerca di formulare "un primo schema di un «Credo» e di un «Decalogo» massonici" allo scopo di proporre "un'idea, sia pur sintetica, di quella che è la grande Architettura massonica, nel cui ambito possono armonicamente riconoscersi e svilupparsi le idealità e le azioni di tutti gli «uomini di buona volontà» della terra". Il testo costituisce così un prezioso documento di una stagione politica e culturale nella quale la Libera Muratoria, non ancora toccata dalle polemiche strumentali e dai sospetti, intendeva uscire dall'ombra per aprirsi alla società civile e instaurare un dialogo fecondo con le più importanti correnti del pensiero filosofico, politico e religioso.