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È difficile per l'uomo contemporaneo riuscire a comprendere un fenomeno composito ed articolato come lo gnosticismo. I suoi sistemi filosofici ricchi di immagini affrontano la questione ontologica in modo diametralmente difforme da come essa è trattata nei sistemi ermetici e nelle religioni monoteiste del bacino del mediterraneo; la potenza delle loro effigi, la moltitudine di tenebrose forze avverse, la nostalgia per un mondo perfetto contrapposto a questa nostra manifestazione e la solitudine dell'anima gnostica, appaiono all'odierno lettore più prossimi alla favola che a tentativi di comunicare una qualche auspicabile forma di redenzione e salvezza. Tale asimmetria comunicativa è dovuta sicuramente all'incapacità dell'uomo che vive nel terzo millennio di liberarsi dalla costrizione di una informazione frammentaria, scomposta ed enunciativa, che limita la sua capacità di riflettere oltre un vacuo e dilatato presente.