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Rita Levi Montalcini ha affermato che il male del nostro tempo è di non credere ai valori: "Non ha importanza che siano religiosi o laici. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte". È in quest'ottica che s'inquadra il libro, i cui argomenti vanno letti secondo il filo conduttore di una visione esoterica della vita, secondo la tradizione sacra di tutte le culture che prospetta due fasi: dall'Uno alla molteplicità e dall'uomo all'immanifesto. Vi si può ritrovare un percorso esistenziale, una terapia personale di crescita che rende liberi dalle apparenze in analogia col mito della caverna di Platone. È il risveglio interiore, è la domanda sulle origini e sulla destinazione cui vanno convogliate le energie: nella rinascita, che è passaggio da uno stato all'altro in cui ogni conflitto si armonizza come nel Logos di Eraclito o dello Sfero di Empedocle. Il mito si intreccia con la ricerca esoterica e le connessioni simbolico-culturali si fanno dense di significati nel capitolo sui "Tarocchi" che segue all'indagine sul pensiero di grandi illuminati. Il viaggio infine è affidato alla fisionomia dell'Albero della vita con una suggestiva lettura della Qabbalà che punta alla descrizione delle sue dieci Sefirot. Prefazione di Federico Sinopoli.