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Prendendo spunto da "Bestie, uomini e dèi" di Ossendowski, Guénon illustra dottrine e miti, di cui si trovano tracce dal Tibet (con la nozione dell'Agarttha) alla tradizione ebraica (Melchisedec e la città di Salem), dagli antichi testi sanscriti, al simbolismo del Graal. Con pochi e sobri gesti Guénon riesce a mettere in contatto tali e così diverse cose che ci troviamo dinanzi a una sterminata prospettiva, che attraversa tutta la storia fino ai nostri giorni, dalle origini inattendibili della Tule iperborea fino all'occultamento del centro iniziatico della nostra "età nera", il Kali-Yuga.