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Questo non è un saggio di "antiquaria", né di storia religiosa comparata. Esso nasce, invece, da un'esigenza di natura non solo culturale ma eminentemente cultuale, cioè spirituale e rituale, diretto, com'è, a rispondere alle esigenze di quelle comunità di destino da cui si è originato il "Movimento Tradizionale Romano", cioè la corrente di pensiero che nell'Italia contemporanea propugna una consapevole e coerente riscoperta delle tradizioni sapienziali e spirituali dell'Occidente pre-cristiano, prima fra tutte, quella che ha nell'idea di Roma il suo Polo di riferimento. Il libro, dopo una preliminare messa a punto critica riguardo certo equivoco "neopaganesimo" di matrice "politica" o neo-spiritualista, espone, attraverso un esame dettagliato delle prescrizioni e degli stessi strumenti impiegati nello svolgimento dei riti del culto privato, i loro significati più autentici e profondi. Nella seconda parte del testo si passa in rassegna il Kalendarium, cioè l'antico feriale romano, attraverso il quale, ieri come oggi, viene scandito il tempo sacro del culto e del rito.