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È la storia di amore e di sangue di un popolo esule in un antico feudo del Sud che pagò con la vita il diritto ad esprimere liberamente la propria fede religiosa. Sottoposti a un rigoroso regime repressivo ad opera dell'Inquisizione, gli ultramontani di Guardia Piemontese furono sterminati su ordine del Viceré di Napoli nella notte del 5 Giugno 1561, complice il Marchese Salvatore Spinelli di Fuscaldo che con un raggiro rese possibile alle truppe guidate da Marino e Ascanio Caracciolo di entrare nella Rocca sguarnita e di notte incendiare le case e uccidere centinaia di persone inermi e indifese. Una strage che ancora oggi viene ricordata nelle litanie degli Occitani e che affida alla Porta detta del sangue la sua memoria dolorosa e i suoi rinnovati palpiti di fede e di coraggio. A quella triste vicenda è legata la storia di Fuscaldo, un paese orgoglioso e ribelle che cercò inutilmente di opporsi al Marchese e al Viceré e che affidò al coraggio di un giovane la bandiera del riscatto.