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La vita reale può essere un viaggio insidioso e destabilizzante. L'incontro surreale con Hemingway e la Yourcenar induce Marianna a fuggire sul binario parallelo dell'immaginazione, ogni volta che il suo mondo si incrina o il suo senso di inadeguatezza prende il sopravvento. In una deriva rocambolesca 'in technicolor', Marianna riesce a consolare l'amico morente Michi, a superare l'angoscia del rapimento di Gus, suo marito corrispondente di guerra, la fatica di crescere i suoi tre bambini in solitudine, entrando e uscendo dalle trame dei film della sua adolescenza, la Dalia Azzurra, la Signora Miniver, Orizzonte Perduto, come se la Vita si potesse curare solo al Cinema. La visita inattesa della giovane Agnese, che giunge dal suo passato quando è ormai vecchia e malata, la risveglierà dolcemente dalla bugia di quel sogno. Così Marianna, come donna e come Generazione mai invecchiata, dovrà prendere atto, in un finale catartico, che per quanto dolorosa o felice, la vita che ci è data da vivere è l'unica percorribile.