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È opinione comune e assai diffusa che il Novecento, il cosiddetto "secolo breve", sia stato il secolo del caos, dei totalitarismi, di due guerre mondiali e dell'olocausto. Eppure abbiamo anche assistito allo svilupparsi di una nuova coscienza culturale, artistica e politica, ad una straordinaria creatività e sperimentazione manifestatasi, ad esempio, nel binomio utopia-avanguardia. Nella musica come nelle altre arti il sovvertimento delle forme e dei linguaggi rispetto al passato ha generato un cortocircuito espressivo di irripetibile vitalità e una pluralità di culture, di voci, di generi, la cui complessità non ha eguali nella storia della cultura occidentale. Scritto con un linguaggio non specialistico, tuttavia rigoroso e di grande chiarezza espositiva, il libro si rivolge ad un vasto pubblico di appassionati e di musicofili, siano essi jazzofili, rockettari, amanti di musica colta o di musiche etniche, nel segno di un abbattimento definitivo di gerarchie e separazioni, nella ricerca dei singoli valori musicali. È un invito a ripercorrere il complesso e affascinante labirinto musicale del XX secolo dal punto di vista, sino ad oggi inedito, di un ascoltatore critico e consapevole, narratore e saggista, nel difficile compito di raccontare una vocazione all'ascolto che, man mano che si procede nel testo, si trasforma in un vero e proprio viaggio a ritroso in un'epoca che a torto si vorrebbe conclusa, ma i cui effetti e seduzioni, sono tutt'ora presenti dentro di noi.