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Questo non è un libro di filosofia della chimica. Non intende importare da un livello di riflessione più "elevato" criteri e concetti che permettano di illuminare le oscurità di una scienza particolare, rivelarne i paradossi, riordinarne i presupposti. Intende invece trarre da una concreta attenzione alla pratica di questa scienza lezioni di generale interesse per un approccio articolato e complesso al mondo: per una categoria universale del pensiero, una vera e propria filosofia, alternativa al riduzionismo fisicalista e al continuismo biologico. Sviluppando intuizioni di Goethe e Hegel, ma anche di Boyle e Lavoisier, presenta la chimica come "scienza di mezzo", aliena dal dogma che esista un livello fondamentale di analisi della realtà, portatrice dell'idea che ci sia invece per ogni oggetto di analisi un livello specifico (e sempre diverso) al quale il disegno che esso traccia sull'orizzonte del mondo emerga nella sua forma più nitida.