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Trovandosi temporaneamente in Italia dopo quaranta anni di lavoro come medico nei Paesi più poveri del mondo, l'autore esamina, alla luce dell'esperienza della sua vita passata, l'attuale comportamento della gerarchia della Chiesa cattolica. Ne sottolinea i difetti che gli appaiono avere grande responsabilità nel tragico decadimento politico, civile e spirituale del Paese. Il libro non vuole essere un saggio: racconta fatti che, in ciascun capitolo, si legano a considerazioni sul presente. La simonia (il titolo del libro, ripreso da Dante, allude a papi simoniaci all'inferno), la misoginia, l'ipocrisia, il privilegio, la pretesa superiorità etica, il modo di fare informazione e i molti non possumussu discutibili valori hanno creato, ciascuno in modo diverso, un immenso potere che influenza la laicità dello Stato Italiano ed esalta la religione mortificando la fede. La prosa, a volte sferzante, a volte ironica, a volte dolente tenta di comunicare all'eventuale lettore, attraverso una severa denuncia aperta alla speranza, la struggente nostalgia di purezza e di laica spiritualità. Prefazione di Gustavo Zagrebelsky.