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La cancellazione del famoso scrittore Luciano Zuccoli (1868-1929) dal canone della letteratura italiana del Novecento, verificatasi a partire dal secondo dopoguerra, appare ancora oggi inspiegabile. Al suo tempo, Zuccoli veniva considerato da alcuni importanti critici non meno ragguardevole di Pirandello e fu posto a fianco di Thomas Mann, di Dostoevskij, di Mark Twain e di Tolstoj. Vittima di un equivoco critico che lo ha travolto, sotto le generiche accuse di "scrittore di consumo", di cattivo "imitatore di d'Annunzio" e di "sostenitore del fascismo", è oggi uno dei grandi dimenticati, insieme a scrittori come Guido da Verona, Mario Mariani e Pitigrilli. Accompagnato da un raffinato studio d'autore del Prof. Enrico Tiozzo dell'Università di Göterbog, "L'ingenuo" è un racconto dalle tinte cechoviane, che come protagonista ha un inetto, un uomo gentile d'animo ma povero e sventurato nella vita, il cui destino sarà tragedia.