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Forse il vero senso del titolo della raccolta di Sandro Mugnai, "Le lacrime dell'assoluto", va ricercato non nell'apparente ossimoro o nella sua formula apotropaica, ma sia nella semantica riconducibile allo spleen, che all'aporia e all'inquietudine del conturbante della vita, unitamente alla sensibilità del poeta stesso, che va a realizzare intuizioni, capaci di condurre la sua stessa poetica verso l'isola del sogno, nella quale è pur possibile apprezzare la bellezza della quotidianità fatta di cose minime, di ciò che è tangibile, del fruibile anche esteticamente e doloroso o gioioso.