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Questo è un libro di racconti nato dall'abitudine a sbirciare gli altri, a far finta di niente e tendere l'orecchio, a fissare la gente sui pullman, a osservare le cose più piccole, a immaginare antiche bellezze o future vecchiaie. A immaginare insomma le vite degli altri. La città regala storie belle e fatte su un piatto d'argento. E se la realtà è carente, seguendo gli indizi, basta la fantasia. Sono nati così questi undici racconti, legati da fili sottili e intrecciati. Ruotano intorno ai giardini La Marmora, un posto qualsiasi nel centro di Torino, dove l'autrice incontra davvero, o magari inventa, i suoi personaggi.