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"Brevissimi romanzi di formazione, più ancora che racconti tout-court, verrebbero da dirsi quelli raccolti in questo "Cielo azzurro pallido": fertili come sono di personaggi e di insinuazioni narrative quanto di perentorie palingenesi delle varie protagoniste. Composita di verbalità quotidiane e di un sottofondo artatamente letterario, la scrittura della Weiss è tutta tramata proprio dalla letteratura e dall'amore per i libri, in modi da sostenere, garantire, salvare con la memoria letteraria le vite e le situazioni di volta in volta narrate. Nella prima storia, intitolata "Lettere a uno sconosciuto", una quarantenne dai modi stravaganti, non ricca, claudicante, non più giovanissima e nient'affatto bella - amante tuttavia in modo assoluto della letteratura, della bellezza e della vita -, si invaghisce durante una conferenza sulla poesia del Novecento di uno sconosciuto. Un malinconico pallore attenua, per tutti i racconti qui custoditi, l'azzurrità femminile recondita nei pensieri e nelle idealità ancestrali, germinalmente celesti e nitide fra gli animi romantici e purissimi delle eroine."